Elisabetta Consonni choreographs everything: human and inhuman beings, moving and motionless objects, maps, interstices and group holidays in outer space. She weaves relational networks, subtle and strong, as sugar glass.
A formal education in Cultural Studies and dance techniques in Italy and London (The Place) and a broader, unofficial, nonlinear education brought her to live in Rotterdam, Poland and then Milan, crossing somatic practices and the use of voice. At some point, she starts to questions whether performing arts can provide tools for urban and social policies. Her research intends to expand the choreographic practice to the point of being a tool for making shifts of attention happen, observing relational dynamics, overturning narratives and critically re-reading contexts. She keeps on creating new formats that are participatory in different ways. All her artistic outputs result from shared processes that include the contribution of different people, both with their work and with their heart and intelligence: Francesco Dalmasso, Masako Matsushita, Daniele Pennati, Sara Catellani, Cristina Pancini, Susanna Iheme, Marta Ciappina, Olimpia Fortuni Alessandro Tollari, Barbara Stimoli, Silvia Tagliazucchi, and many other people in different ways. Her works have been presented in various contexts in Europe and Canada.
Since 2024, she has been curating the artistic direction of Festival ORLANDO in Bergamo, following her need to operate on a single territory, in a long term perspective, combining relational practice, artistic sensitivity and a wish to multiply voices and actions within a specific context.
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Elisabetta Consonni coreografa tutto, esseri umani e disumani, oggetti mobili e immobili, mappe, interstizi e gruppi vacanze spaziali. Tesse reti di relazioni, sottili e forti, come il vetro di zucchero.
Una formazione ufficiale in Cultural Studies e tecniche di danza in Italia e a Londra (The Place) e una più ampia formazione non ufficiale e non lineare la portano a vivere a Rotterdam, poi in Polonia e poi a Milano incrociando le pratiche somatiche e l’uso della voce, soffermandosi, ad un certo punto, ad interrogarsi su come l’arte performativa possa fornire strumenti per le politiche urbane e sociali. La sua ricerca intende espandere la pratica coreografica fino a diventare strumento per far accadere spostamenti di attenzione, osservare dinamiche relazionali, ribaltare narrazioni e rileggere criticamente i contesti. Non si stanca, quindi, di continuare ad inventare formati sempre nuovi che siano partecipativi in modi differenti. Tutti gli esiti artistici sono frutto di un processo condiviso con persone che hanno contribuito con il loro lavoro, ma anche con cuore e intelligenza: Francesco Dalmasso, Masako Matsushita, Daniele Pennati, Sara Catellani, Cristina Pancini, Susanna Iheme, Marta Ciappina, Olimpia Fortuni Alessandro Tollari, Barbara Stimoli, Silvia Tagliazucchi, e tante altre persone in misure differenti. I suoi lavori sono stati presentati in Europa e Canada.
La necessità di operare su un unico territorio, a lungo termine, combinando pratica relazionale, sensibilità artistica e desiderio di moltiplicare le voci e le azioni su un contesto, la porta a curare la direzione artistica di Festival ORLANDO a Bergamo dal 2024.
[Ph.home page: Diego Bianchi]